Nicolino Armocida (1), Daniele Romanzi (2)
1ARSolution s.r.l.s., sede di Torino - Responsabile Calabria per Svantek Italia s.r.l., Monasterace (RC)
2 ARSolution s.r.l.s., sede di Roma
AIDII SUD - 7 incontri mediterranei di igiene industriale - 3-4 ottobre 2019 Lamezia Terme
Abstract
Gli interventi di bonifica acustica, soprattutto negli ambienti outdoor potrebbero essere evitati o minimizzati, se durante le fasi di progettazione degli impianti venissero analizzati anche gli aspetti acustici.
In alcuni casi, la scelta dell'orientamento della sorgente può risultare già un intervento di mitigazione acustica nel caso di recettori disturbati in prossimità della macchina.
Altre volte, gli spazi a disposizione, soprattutto negli ambienti urbani non consentono di posizionare le macchine senza interventi di bonifica acustica che come spesso capita vengono realizzati quando una volta accese le macchine iniziano le lamentele da parte dei ricettori più vicini.
Ogni intervento di insonorizzazione viene studiato sulla base delle esigenze operative che solitamente rendono l’intervento un misto di tecnica e artigianalità in grado di soddisfare le necessità produttive del cliente, contemporaneamente ottenere l’insonorizzazione per la riduzione delle esposizioni al rumore, e aspetto fondamentale, garantire allo stesso tempo i giusti ricambi d'aria per le macchine.
Lo studio dei processi e degli impianti a partire da una valutazione acustica previsionale, abbinata a software di modellizzazione della propagazione sonora, passa per una progettazione dettagliata fino alla realizzazione degli interventi necessari ed al collaudo acustico finale con fonometri e strumenti di misura certificati.
Verranno di seguito brevemente illustrati alcuni interventi di insonorizzazione da noi realizzati durante questi anni che in alcuni casi hanno permesso il rispetto dei limiti previsti dalla L. 447/95 in ambito ambientale e in altri la riduzione del rischio rumore in azienda rispetto al Titolo VIII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.81
Introduzione
Quando si parla di rumore in azienda non bisogna solo pensare al Titolo VIII del D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro che prevede la redazione del “Documento di valutazione del rischio rumore” con la verifica del rispetto dei valori limite e di azione in relazione al livello di esposizione giornaliera dei lavoratori. Anche l’impatto acustico verso ricettori esterni ai sensi dell’art.8 della Legge quadro 447/95, rispetto ai limiti riportati dal piano di zonizzazione acustica comunale in applicazione dell'articolo 1 comma 2 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997, rimane un obbligo di legge.
Quando ci troviamo di fronte a situazioni che superano i limiti di legge diventa necessario adoperarsi, preferibilmente in fase progettuale, con interventi di bonifica acustica. Come scegliere la corretta soluzione? L’articolo suggerisce un ordine di preferenza delle azioni da intraprendere che può essere adoperato, con le dovute differenze di obiettivi e trasmissione del segnale, sia in ambiente di vita che di lavoro.
Metodologie di riduzioni del rumore
Quello che principalmente cambia quando si parla di bonifiche outdoor e indoor sono, oltre agli obiettivi acustici da rispettare come indicato nell’introduzione, le modalità di propagazione del rumore.
In locali chiusi spesso è utile dividere la curva di decadimento spaziale del suono in tre sezioni in funzione della distanza dalla sorgente. La prima sezione corrisponde alla zona in prossimità della sorgente (campo diretto). L’indice di attenuazione spaziale al raddoppio della distanza è nella maggior parte dei casi tra 5 dB e 6 dB. La seconda sezione corrisponde ad una zona intermedia. In questa zona l’attenuazione è compresa nell’intervallo da 2 a 5 dB. Nella zona distante (terza parte), sono importanti gli effetti di dispersione dovuti agli arredi. L’assorbimento delle pareti e degli arredi incidono notevolmente sulla propagazione del suono lontano dalla sorgente e in questo caso l’attenuazione può essere maggiore di 6 dB o in condizioni di campo sonoro diffuso avere livelli di pressione sonora pressoché costanti indipendenti dalla distanza della sorgente.
All’aperto la situazione è completamente diversa, trovandoci in situazioni di campo libero; molto spesso però accade che le nostre sorgenti disturbanti si trovino all’interno di chiostrine o in mezzo a palazzi che a causa di onde riflesse alterano la conservazione del segnale nello spazio.
La UNI 11347:2015 è la norma che specifica come indicare gli interventi tecnici e organizzativi che vengono adottati dall’azienda per ridurre l’esposizione al rumore nei luoghi di lavoro nonché come identificare le aree a maggior rischio al fine della loro delimitazione/segnalazione/restrizione all’accesso attraverso un programma aziendale di riduzione dell’esposizione al rumore.
L’ adozione dei dispositivi di protezione auricolare ed il programma di sorveglianza sanitaria dei lavoratori non sono considerati interventi che rientrano tra quelli da inserire all’interno del P.A.R.E. (Programma Aziendale di Riduzione dell’Esposizione al rumore); questo sta a significare che, così come in campo ambientale, anche in quello industriale, la protezione in prossimità del ricettore è solo l’ultimo degli interventi da prevedere una volta definiti tutti gli interventi del piano.
Un esempio è il d.P.R. 30 marzo 2004 n. 142, “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447. Anche in questo caso il legislatore ha imposto che gli interventi al ricettore debbano essere valutati solamente nel caso in cui i valori limite per le infrastrutture stradali non siano tecnicamente conseguibili. Il comma 2 dell’art. 6 (interventi per il rispetto dei limiti) recita:
[Qualora i valori limite per le infrastrutture di cui al comma 1, ed i valori limite al di fuori della fascia di pertinenza, stabiliti nella tabella C del citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 novembre 1997, non siano tecnicamente conseguibili, ovvero qualora in base a valutazioni tecniche, economiche o di carattere ambientale si evidenzi l'opportunità di procedere ad interventi diretti sui ricettori, deve essere assicurato il rispetto dei seguenti limiti:
a) 35 dB(A) Leq notturno per ospedali, case di cura e case di riposo;
b) 40 dB(A) Leq notturno per tutti gli altri ricettori di carattere abitativo;
c) 45 dB(A) Leq diurno per le scuole.]
La norma UNI 11347 suddivide gli interventi in due categorie principali.
Sono esempi di interventi tecnici:
la separazione delle attività rumorose da quelle non rumorose;
la riduzione del rumore alla sorgente, mediante sostituzione delle attrezzature di lavoro con altre meno rumorose;
l’identificazione di soluzioni tecnologiche alternative o migliorative della corrente modalità produttiva;
la riduzione del rumore alla sorgente mediante regolazione dei parametri o delle modalità di funzionamento delle apparecchiature al fine di minimizzare il rumore emesso;
l’adozione di sistemi antivibranti per la riduzione del rumore trasmesso per via solida;
la riduzione del rumore alla sorgente mediante insonorizzazione (silenziatori, cappottature) delle macchine/apparecchiature rumorose;
la riduzione del rumore diffuso lontano dalla sorgente tramite schemi acustici, pannelli insonorizzanti, materiali con maggior coefficiente di assorbimento, modifica del ciclo produttivo aziendale o altri accorgimenti mirati a diminuire il riverbero dell’ambiente;
la creazione di zone di permanenza dei lavoratori isolate dal rumore (cabine di riposo acustico)
Sono esempi di interventi organizzativi:
la modifica della distribuzione delle postazioni di lavoro o la ristrutturazione del ciclo produttivo, al fine di evitare la presenza concomitante di più attività rumorose in spazi ristretti;
la corretta manutenzione per il mantenimento del rumore emesso dalla macchina ai livelli originariamente previsti dal fabbricante;
l’adozione di procedure per la turnazione del personale addetto alle lavorazioni rumorose, al fine di minimizzare il tempo di esposizione pro-capite;
l’adozione di apposita segnaletica di sicurezza, perimetrazione e limitazione all’accesso per i non addetti ai lavori nelle aree con livelli superiori a quelli indicati dalla legislazione;
l’informazione e la formazione dei lavoratori al fine di utilizzare le apparecchiature, i metodi e le procedure di lavoro in modo da rendere minima l’esposizione al rumore.
Ritornando alla scelta degli interventi tecnici è facile immaginare come lo stesso schema dei possibili interventi possa essere applicato, con le dovute valutazioni relative alla diffusione sonora e alle normative di riferimento, anche allo studio degli interventi di bonifica acustica ambientale outdoor.
Figura 1. Schema di possibili interventi tecnici outdoor e indoor
Interventi di bonifica acustica
La valutazione della posizione delle sorgenti e delle loro caratteristiche tecniche diventa indispensabile in fase progettuale. Un esempio su larga scala è la modellazione di un parco eolico dove l’orografia, la natura del terreno, la direzionalità dei venti predominanti vanno ad influire sulla propagazione sonora.
Figura 2 modellizzazione con software Mithra-Sig di un parco eolico
La stessa modellazione è applicata in ambienti urbani dove ci troviamo spesso a doverci confrontare con un alta densità urbana e a prevedere interventi quali riposizionamento delle sorgenti, barriere, cappottature e silenziatori. La prima situazione è quella che classicamente si trova nei centri urbani: chiostrine interne piccole o con molte superfici riflettenti che mantengono il segnale rumoroso conservativo e differente dalle condizioni di prova delle schede tecniche delle macchine.
La seconda situazione, anch’essa molto frequente, riguarda invece l’installazione di impianti in copertura. In questo caso la valutazione previsionale effettuata con il software MITRHA-SIG ha permesso di valutare correttamente la priorità degli interventi sulle diverse sorgenti.
Figura 3. Esempi di modellazione impianti in copertura con software Mithra-Sig
Quando il numero di sorgenti è elevato e l’ambiente conservativo allora la scelta deve principalmente indirizzarsi su un trattamento fonoassorbente in ambiente che permetta di minimizzare l’effetto di scavalcamento delle schermature prodotto dalla riflessione verticale. E’ questo il caso di un’industria farmaceutica in cui si è scelto un intervento misto. In tal caso si era obbligati ad intervenire lontano dalle macchine anche per motivi gestionali e manutentivi. La scelta è ricaduta sull’attenuazione dei campi semidiretto e diffuso con baffles fonoassorbenti che data la natura dell’azienda non potevano avere rischi di rilascio di fibre. Una seconda fase ha previsto l’integrazione con schermature mobili sulle macchine più rumorose
Figura 4. Isofoniche prima degli interventi (A), dopo il trattamento ambientale e a seguito delle schermature (B)
Bibliografia
UNI EN ISO 11690-3:2000 Raccomandazioni pratiche per la progettazione di ambienti di lavoro a basso livello di rumore contenenti macchinario
UNI 11347:2015 Programmi aziendali di riduzione dell’esposizione a rumore nei luoghi di lavoro Avenati F., Armocida N., Romanzi D., Progetto di un trattamento fonoassorbente ambientale per un reparto di packaging di un’industria farmaceutica, In: Alfaro Degan G., Lippiello G. Ed. Work on Safety. – Lavoro e Sicurezza, Guidonia Montecelio (RM), 2010, 125-129